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Brescia - Castrezzato - Ospitaletto

 Dott.ssa        

LAURA BERTELLI

PSICOLOGA - PSICOTERAPEUTA

covid-1920information2020

GLI ASPETTI PSICOLOGICI DELL'EPIDEMIA

 

La situazione di emergenza dovuta alla pandemia di COVID-19 mette a dura prova la nostra salute psicologica, sia perché ci espone in prima persona ad eventi di vita molto dolorosi, sia per i cambiamenti drastici che le nostre abitudini quotidiane hanno subito, provocandoci forti preoccupazioni ed incertezze. Stiamo vivendo un’emergenza mondiale che genera reazioni psicologiche sia individuali che collettive.

 

Ci sono però diversi fattori che possono influenzare la nostra risposta emotiva: il senso di responsabilità di ciò che è accaduto o che sta accadendo (ad es.: “Sono io che ho contagiato mia madre”), il senso di vulnerabilità e mancanza di sicurezza (ad es.: “Anche a casa non mi sento al sicuro, chi mi porta la spesa ha toccato i prodotti..”) e i problemi relativi al controllo e all’auto-efficacia (“E’ tutto inutile, sono in balia degli eventi, non posso fare nulla”).

 

Di seguito alcune delle reazioni più comuni al Coronavirus che possono durare per alcuni giorni e/o alcune settimane:

 

Intrusività: immagini ricorrenti, memorie involontarie e intrusive dell'evento (flashback ), che possono presentarsi come brevi episodi o come completa perdita di coscienza. (Per esempio rivedere i soccorritori che portano via in ambulanza il proprio parente, pensieri continui e intrusivi sulla possibilità di essere entrati in contatto con una persona potenzialmente positiva, ecc.);

 

Evitamento: tentativo vano di evitare pensieri o sentimenti correlati al trauma. Impossibilità ad avvicinare ciò che rimanda all'evento (per esempio non contattareil medico anche in caso di tosse e febbre per paura di fare il tampone, ridicolizzare quanto sta accadendo per non entrare in contatto con la paura, cambiare discorso non appena si parla di Coronavirus);

 

Iperarousal: aumentata attivazione psicofisiologica (ad es. allerta alta ad ogni nuova notizia, tachicardia quando si viene a conoscenza del primo caso positivo nella propria città, toccarsi la fronte e percependosi leggermente caldi si inizia a fare fatica a respirare, ecc.);

 

Umore depresso e/o pensieri persistenti e negativi, credenze e aspettative negative su di sé o sul mondo, profondo senso di abbandono (per esempio iniziare ad avere pensieri negativi su di sé e/o sul mondo "Non vado bene", "Il mondo è sempre pericoloso“, “Siamo spacciati”), Senso di colpa.

 

In questo momento è importante non affidarsi a professionisti non accreditati, a tecniche non riconosciute, a ingannevoli trattamenti che promettono di prevenire l’infezione da COVID-19 con esercizi psicologici di dubbia validità.

 

 

COVID 19 E TRAUMA

 

L’epidemia di Covid-19 non è un terremoto o una catastrofe naturale, una guerra o un incidente stradale, ma un nemico strisciante e invisibile che in maniera prima graduale e poi sempre più violenta è entrato nelle nostre vite: ha però tutte le caratteristiche per aumentare la probabilità di Disturbo Post Traumatico da Stress (DPTS), che può comparire quando sentiamo minacciati noi stessi o i nostri cari da un pericolo grave.

 

Come intervenire?

 

E’ necessario innanzitutto evitare l’errore peggiore di “mettere sotto il tappeto” il ricordo traumatico, magari, in preda ad ansia o angoscia per l’esperienza vissuta, prendendo tranquillanti come le benzodiazepine: questo non consente di metabolizzare il ricordo, spingendolo piuttosto in profondità e creando così le premesse per il DPTS. Il trauma va metabolizzato, discusso, affrontato perché non riaffiori dopo. Se nonostante gli interventi immediati il disturbo si radica, il trattamento più utilizzato e raccomandato anche dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità è l’EMDR con cui si accede ai ricordi profondi, rendendoli pian piano più coscienti e meno angosciosi.

 

Incubi, difficoltà a dormire, irritabilità, immagini e ricordi terribili che tornano davanti agli occhi all’improvviso, difficoltà di memoria o di concentrazione e chiusura o isolamento sono i segni più frequenti del disturbo post-traumatico da stress, un problema che parecchi italiani potrebbero dover affrontare nei prossimi mesi, quando sarà passata l’emergenza coronavirus.

 

Chi potrebbe necessitare di un intervento?

• chi direttamente subisce l’impatto dell’evento ad esempio coloro i quali sono risultati positivi al Covid 19

• parenti o persone care dei defunti o dei superstiti

• i soccorritori , operatori dell’emergenza/urgenza e Tutte le persone che operano in un contesto d’aiuto e sono esposte a rischi di traumatizzazione vicaria e burn out

• La comunità coinvolta nel disastro

• chiunque per caratteristiche pre-critiche può reagire sviluppando un disturbo psicologico a breve o a lungo termine

• chi avrebbe potuto essere una vittima del primo tipo o chi si sente coinvolto per motivi indiretti.

 

È possibile imparare a convivere con la situazione di incertezza che accompagna questa pandemia, continuando a pianificare le nostre attività e a mantenere la vigilanza.

Lo stiamo facendo insieme. Continuiamo a farlo con pazienza e compassione.

 

Se si ha bisogno di aiuto è importante rivolgersi al proprio psicologo/psicoterapeuta o al proprio medico di fiducia per avere indicazioni oppure fare riferimento alle associazioni e ai professionisti accreditati  (verificati nell’apposita pagina dell’Ordine degli Psicologi o dell'Ordine dei Medici).

 

 

                                                Dott.ssa Laura Bertelli - psicologa psicoterapeuta                                              

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